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Boa Vista Ultramarathon

 Alla "Boa Vista Ultramarathon" con Roberto Aldovini - Dopo due mesi di sofferenze inumane, di rinunce alimentari, di tempo rubato agli amici e alla vita privata, riesco a sbarcare a Boa Vista. Faccio parte della quarantina di temerari che tra due giorni si lanceranno in un'impresa che ai miei occhi profani appare quasi inumana: centocinquanta chilometri non stop nel deserto.
 Alla "Boa Vista Ultramarathon" con Piergiorgio Scaramelli - Il Morro Negro con il suo faro collocato nella sommità che segna il punto più vicino all'Africa, ha deciso la gara di una parte dei concorrenti; tanto temuto anche in passato dai naviganti, indica la via ai marinai, ma la roccia su cui poggia è la causa dei naufragi avvenuti a centinaia in questa zona.
 Alla "Boa Vista Ultramarathon" con Sabine Borrè - Quasi tutti, prima di partire, si portano via una fetta di pane casareccio. Almeno, quella la posso avere anch'io! Con mezzi messi a disposizione dagli organizzatori raggiungiamo la partenza al centro di Sal Rey, dove mi prende il mio solito attacco pre-gara: "Ma chi me lo ha fatto fare? Ma perché sono venuta? Perché devo correre? Stavo tanto bene in albergo".



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