Alla Sharmarathon con Massimo Roncaglia
Tanto tempo fa guardando su Internet per vedere di partecipare alla maratona di New York mi sono imbattuto in una manifestazione non famosa come quella americana, ma altrettanto affascinante, la "Sharmarathon", una mezza maratona nel deserto del Sinai, più precisamente a Sharm el Sheikh, nota meta turistica balneare egiziana.
Convinto il mio amico runner Ivan, ci siamo iscritti e - confidenti che fosse tutto vero - siamo partiti. All'aeroporto abbiamo incontrato anche Manuela di Frassinoro.
Per la prima volta la corsa si è svolta nel teatro naturale di Ras Mohammed, il parco nazionale egiziano, situato all'estremità sud della penisola del Sinai; confine geografico tra il continente africano e quello asiatico; dove il Mar Rosso si divide tra il golfo di Suez e quello di Aqaba: uno dei luoghi più integri e protetti al mondo, patrimonio mondiale dell'Unesco.
Si corre di venerdì, giorno di festa per i mussulmani. La partenza è avvenuta alle 9:30 locali con una temperatura di circa 30° con tre modenesi al via.
Il percorso era per la prima parte semplice, veloce, pianeggiante con tre chilometri circa di asfalto, sei chilometri su superficie dura di corallo fossile ed a seguire cinque chilometri sempre su fondo duro, ma con leggere ondulazioni sempre ben sopportabili anche per i meno preparati come me. Ma il "bello" doveva ancora venire: dal quattordicesimo fino al diciottesimo chilometro circa il fondo cambiava in superficie sabbiosa con leggere ondulazioni e vento contro seguito da circa altri due chilometri di pianura dura mista sabbia (sempre vento contro) e finale con una salita di circa cento metri di dislivello con fondo sabbioso e infine discesa con arrivo alla "porta" di ingresso al parco di Ras Mohammed. Chi ha visitato Ras Mohammed anche solo da turista (o visto da Licia Colò) può capire che spettacolo si offriva al passaggio di noi corridori fra spiagge, canyon colorati e acqua cristallina di varie tonalità di blu ed era difficile non distrarsi ad osservare il paesaggio, soprattutto per chi non puntava alla vittoria...
L'organizzazione è stata eccezionale, calcolando la logistica e la burocrazia del posto ed il fatto che dovevano gestire circa duecento atleti ed un centinaio di accompagnatori. Per noi partecipanti erano state previste anche tre "sgambate" di allenamento, un incontro sulla idratazione nelle gare di endurance in climi estemi ed un breefing pregara. Per la giornata della gara avevano allestito sei ristori (ogni tre chilometri e mezzo circa) con acqua e integratori salini sul percorso, ed all'arrivo un mega-tendone (per ospiti e accompagnatori) con acqua, succhi di frutta, biscotti, dolci tipici e banane.
Parlando dei risultati, manco a dirlo i primi cinque sono stati egiziani, con il vincitore Taha Mahmoud Hassan che ha chiuso in 1:12. Prima tra le donne Roberta Boggiatto in 1:27. Tra gli atleti modenesi, eccezionale prova di Manuela Marcolini, la runner di Frassinoro ha concluso al terzo posto della graduatoria femminile e trentesima nella classifica assoluta con un tempo di 1:33. Buona la prestazione di Ivan Corsini arrivato 64° con un tempo di 1:44 e alla fine io, tapascione del gruppo, che ho chiuso al 138° posto su 189 classificati.
Ringrazio ancora i vari Francesco, Marco, Paolo, Marco, Laura e tutti quelli dell'organizzazione per la bella esperienza fatta nella natura fra terra e mare. Sul sito ufficiale si stanno già attrezzando per il prossimo anno, in attesa delle foto ufficiali e della messa in onda su Sky dell'evento.
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