Alla Ultra Mirage El Djerid 100km con Santo Pagano
La gara è stata un gioco al massacro. La partenza alle ore 7 e già la temperatura era sui 20° e il sole stava sorgendo. I primi venti chilometri personalmente li ho sofferti, le gambe non ne volevano sapere... Dalle ore 10-11 circa con il sole a picco le gambette han cominciato a girare ed ho recuperato un sacco di posizioni.
Ho bagnato spesso la testa e la bandana - meno male che c'era - ed ho trovato dei ragazzi che mi hanno offerto datteri appena raccolti, buonissimi. Poi gli amici al ristoro, poi il tramonto accecante con il rischio di perdere le tracce. Il sorgere della luna, le stelle sulla testa, la paura di perderti con il buio quando rimani solo, perché non ti accontenti di aver raggiunto qualcuno e vuoi andare oltre. E poi arrivi e... con calma ti riportano in hotel.
La passione per la maratona mi è arrivata gradualmente una decina di anni fa, perché dovevo perdere qualche chilo di troppo. Per diversi anni mi sono cimentato in corsettine leggere, sempre da solo, poi ho iniziato a correre la mezza maratona e successivamente mi sono avvicinato alla prima maratona, nel 2011. Il resto è stata una piccola escalation che mi ha portato a realizzare il sogno di correre i cento chilometri.
La "Ultra Mirage El Djerid 100km", a Tozeur, in Tunisia è stata una pazzia: cento chilometri nel deserto in semi-autonomia, vale a dire che devi avere con te tutto il necessario per la sopravvivenza. I punti di ristoro erano posti a venti chilometri di distanza. Ho portato con me due litri d'acqua che sono stati sufficienti. Ai ristori trovavi solamente acqua a temperatura ambiente, datteri ricoperti di mosche, patatine salate e arachidi selvatiche. Di giorno, la temperatura si aggirava intorno ai 39-42 gradi all'ombra (che non c'era), ma non ho sofferto il caldo, anzi. La soddisfazione è stata quella di superare tanti maratoneti tunisini e stranieri.
Mi sono classificato cinquantaquattresimo su centotrenta partenti, dei quali quaranta non ce l'hanno fatta ad arrivare al traguardo. Tempo impiegato: circa diciassette ore.
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