
Correre nel deserto rappresenta oggi l'ultima "grande frontiera" del podista e questa vera e propria avventura affrontata a costo di sacrifici in quello straordinario ambiente naturale che è il deserto ha sostituito - nei sogni del corridore - l'altrettanto difficile prova della centochilometri o delle ultramaratone in genere, ormai sentite, per così dire, alla portata di tutti. Sempre più amatori si avvicinano infatti al deserto ed alla formula della corsa-avventura partecipando alle varie manifestazioni che vengono ogni anno allestite da organizzazioni italiane o straniere, al solo scopo di potersi confrontare soprattutto con se stessi, in un ambiente incontaminato, senza velleità di classifica.

CORRERE NEL DESERTO ORA IN VERSIONE DIGITALE
Una delle più importanti gare "su sabbia" è senza dubbio l'affascinante "Marathon des Sables" che si disputa ogni anno nel deserto del Marocco e che vede ai nastri di partenza, edizione dopo edizione, un numero sempre maggiore di concorrenti. E proprio alla "Marathon des Sables" che può vantare la meritata fama di "corsa più dura del mondo", è dedicato questo volume, ora anche in versione digitale, opera del canadese Barry Lewis - l'autore di "Running the TransAmerica Footrace" (il libro che tratta della corsa a piedi più lunga del mondo, quella da costa a costa degli Stati Uniti) - che è in pratica un diario della sua esperienza incredibile nel deserto del Sahara come partecipante alla maratona delle sabbie, un racconto insomma pieno di curiosità e consigli che - affiancato ad un capitolo di interviste ai partecipanti italiani - non mancherà di affascinare chi sogna di correre nel deserto.
 | | Alla "Sahara Marathon" con Massimo Carnevali - Il deserto è uno spettacolo incredibile, sul culmine delle dune la vista si apre per chilometri senza un confine visibile, è un panorama a cui nessuno di noi è veramente preparato. Rimango da solo, cerco di seguire da lontano le impronte di un ragazzo algerino che mi sembra molto sicuro di sé. |
 | | Alla "TransMauritienne" con Piergiorgio Scaramelli - Il deserto non va assolutamente temuto ma rispettato si. Non perdona. Quando lo attraversi devi controllare tutti gli sforzi senza spreco di energie a meno di non avere scorte infinite di risorse che in questo caso non c'erano. |
 | | Alla "Ultra Mirage El Djerid 100km" con Paolo Costi - Siamo al buio ma non sembra fresco, infatti ci sono trentadue gradi. La temperatura col buio non si abbassa. Spengo la torcia e mi si illumina il cielo, l'Orsa Maggiore sembra di toccarla con un dito. Un'esperienza unica in paesaggi unici. Sono convinto che il deserto lo rincontrerò in futuro, anche con i nuovi amici. Questo sport è magico... ed il deserto pure. |
 | | Alla "Sharmarathon" con Massimo Roncaglia - Chi ha visitato Ras Mohammed anche solo da turista può capire che spettacolo si offriva al passaggio di noi corridori fra spiagge, canyon colorati e acqua cristallina di varie tonalità di blu ed era difficile non distrarsi ad osservare il paesaggio, soprattutto per chi non puntava alla vittoria. |
 | | Alla "Desert Marathon" con Patrizio Fiorini - Il road-book prevede le grandi dune del Takarkouri alte centocinquanta metri, poi tratti pianeggianti ed in salita di sabbia fino alle piste spettacolari nei canyon formati dall'acqua in tempi lontani, fino all'arrivo al grande arco, un monumento naturale che forma un'arco di pietra alto ottanta metri. |
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